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The Green House/L'ingresso/Carta da parati

Salve a tutti! Come state? Oggi si torna alla Green House, l'ultima volta che ve ne ho parlato è stato per farvi fare il tour della casa (se volete rinfrescarvi la memoria lo trovate qui).
Ricominciamo dai lavori all'ingresso, di seguito vedete come l'avevo lasciato settimane fa e com'è ora dopo il mio passaggio.


La lista di cose da fare relativa a questa zona si è drasticamente accorciata.
  • Rimontare la porta d'ingresso verniciata dello stesso colore delle porte scorrevoli acquistate.
  • Finire di montare le mostre (o cornici o come le chiamate voi) delle porte scorrevoli.
  • Carta da parati come accento.
  • Un mobile o una mensola per appoggiare chiavi, posta e quant'altro appena si entra.
  • L'illuminazione, qualunque cosa sceglieremo la faremo uguale per il corridoio della zona notte, pensavamo a faretti su binario ma forse bolle in pentola qualcosa di un po' diverso tipo questo.

COM'ERA/COM'É

In origine questa zona non esisteva, era una grande area aperta da cui abbiamo ricavato due stanze.


Qui una vista dell'ingresso una volta create le stanze e intonacate le pareti, si intravede la zona destinata alla cucina e il resto dell'area giorno rimasta aperta.


Qui invece la zona ingresso una volta posati i pavimenti, tinteggiate le pareti e installate le porte scorrevoli. Inoltre è stata riposizionata la porta d'ingresso che ho verniciato con le stesso colore ral delle porte nuove. Bello tutto bianco, eh? Si, no, insomma. Un po' noioso.


In una delle nostre puntate primaverili al Leroy Merlin abbiamo scelto questa carta da parati, ne abbiamo presi due rotoli. Ogni rotolo è largo 53 centimetri per una lunghezza di 10 metri. Le nostre pareti sono alte 2,80 metri quindi ogni rotolo ci consente di coprire 1,59 metri di parete considerando anche gli scarti necessari per far combaciare i disegni. Questa parete è larga all'incirca 3,60 metri, e grazie alla presenza di ben due porte sono bastati e avanzati due rotoli di carta.



Sono un po' incosciente lo ammetto. Per avere un'idea di come fare mi sono affidata a questo video che trovate sul sito di Leroy Merlin: Come posare la carta da parati.
Inoltre qui sotto potete vedere materiali e strumenti che mi sono serviti per posizionare la carta:


  • filo a piombo (1)
  • colla da parati (2)
  • rullo per giunti (3)
  • spatola di gomma (4)
  • spatola di plastica (5)
  • metro (6)
  • matita (7)
  • taglierino (8)
  • forbici (9)
Nella foto non compaiono ma vi serviranno:
  • secchio (per diluire la colla da parati)
  • pennello o rullo (per stendere la colla)
  • straccio pulito (per pulire i residui di colla)
  • una scala alta (o non potete nemmeno iniziare a lavorare)



Come al solito a fare queste cose sono sola soletta e quindi non riesco a fare foto che descrivano il processo, per cui preparatevi a leggere.

  1. PREPARARE LA COLLA: preparate la colla secondo le istruzioni, la colla che ho usato ha un rapporto 1:20, ovvero 200 grammi di colla (l'intera confezione) vanno versati in 4 litri d'acqua. Secondo le istruzioni questa quantità di colla basta per 20-25 metri quadri, cinque rotoli di carta da parati. Andando ad occhio, ho deciso di preparare 50 grammi di colla per 1 litro d'acqua, convinta (a ragione) che me ne sarebbe avanzata. Nel caso di parete molto assorbente, le istruzioni consigliano di stendere sulla parete una mano di fondo; il fondo consiste semplicemente in una mano di colla diluita in un rapporto 1:40.
    Una volta diluita, la colla va lasciata riposare per almeno mezz'ora, poi rimescolata con energia, dopo di che è pronta per essere usata.
  2. PRENDERE LE MISURE A PARETE: la parete che sono andata a rivestire è nuova ma nonostante tutto non è perfettamente a piombo. Considerando che il rotolo è largo 53 centimetri, dall'angolo superiore della parete con il metro ho misurato 50 centimetri e ho fatto calare il filo a piombo, dopo di che ho tracciato una linea guida con la matita. Non è necessario tracciare il piombo per ogni telo (specie se siete da soli, non è praticissimo) ma controllate comunque man mano che procedete e, se necessario, ritracciatelo. Ad esempio, dopo la porta, al quarto telo, ho dovuto ritracciarlo.

  3. TAGLIATE I PRIMI DUE TELI: solitamente si inizia da sinistra verso destra ma nel mio caso la direzione del lavoro va da destra a sinistra (freccia gialla) perchè volevo iniziare subito con un telo intero. Decisione mia. Comunque: misurate l'altezza della parete e tagliate un foglio di carta della misura corrispondente più qualche centimetro di abbondanza sopra e sotto, direi che cinque centimetri in alto e in basso dovrebbero essere sufficienti. Se la carta che avete scelto ha un disegno dovete stendete il primo telo su un tavolo o sul pavimento e srotolate il rotolo per tagliare il secondo telo, accostandolo in corrispondenza di dove andrà accostato anche a parete. Fate attenzione che i disegni sui margini coincidano perfettamente, questo potrebbe comportare uno scarto in alto anche di svariati centimetri di carta, ma una volta fatto combaciare il disegno potrete tagliare in basso. Man mano che applicate i teli a parete procedete a tagliare i teli (es: applicate il primo telo, tagliate il terzo; applicate il secondo telo, tagliate il quarto); nel mio caso il terzo telo andava sopra la porta, quindi una volta fatto combaciare il disegno, ho tagliato il telo a misura più qualche centimetro in basso. E così via, così che possiate correggere eventuali errori di misurazione sul momento e non scoprirlo con i teli già tutti tagliati.
  4. STENDERE LA COLLA E APPLICARE IL PRIMO TELO: la carta da parati solitamente viene tagliata a misura, spennellata di colla sul retro, lasciata ad aspettare qualche minuto e poi applicata a parete. Questa carta da parati, invece, si applica direttamente alla parete spennellata di colla e questo metodo è, o meglio, sarebbe molto più pratico ma a me non è riuscito al primo tentativo che è stato un mezzo disastro e dopo vi spiegherò perchè.
    Vi dico cosa ho fatto al secondo tentativo: con una pennellessa ho spennellato il retro del primo telo, ho spennellato l'area della parete corrispondente al primo telo, ho atteso pochi minuti, ho applicato il primo telo partendo dall'alto e facendo coincidere il margine del telo con la riga che avevo tracciato a matita con il filo a piombo, premendo prima con le mani e usando soprattutto la spatola di gomma per far aderire perfettamente il foglio alla parete, premendo dall'alto al basso e dal centro del foglio fino agli esterni per far fuoriuscire la colla in eccesso e le eventuali bolle d'aria. Poi sono scesa man mano, sempre stando attenda al segno tracciato con il piombo. Una volta lisciato tutto perfettamente con la spatola di gomma, con l'aiuto della spatola di plastica a farmi da guida e di un taglierino ho tagliato via gli eccessi lungo il soffitto, la parete e il battiscopa; mi raccomando di lasciare un po' asciugare la colla o il taglierino strapperà la carta umida di colla.
    Parliamo ora del mio primo tentativo: seguendo le istruzioni della carta da parati ho applicato la colla solo a parete con un rullo e poi ho applicato la carta ma, purtroppo la mia parete ha assorbito molto velocemente la colla, anche se "rullavo" l'area corrispondente a un telo alla volta, mi ritrovavo con la parete asciutta. In pratica a parete finita e a colla essiccata, la carta si è ritirata e si è staccata.
    Ho imputato la cosa a due cause: la parete non preparata e lo strato di colla troppo sottile che il rullo lasciava.
    La mia soluzione è così stata: usare una pennellessa e dare una mano di fondo come consigliato sulla confezione della colla da parati (colla diluita in un rapporto 1:40).
    Al secondo tentativo, la colla del primo tentativo valeva come mano di fondo; in più ho usato una pennellessa che sulla parete ha lasciato uno strato di colla più consistente. Crepi l'avarizia, ho spennellato leggermente anche la carta da parati. Risultato: la carta non si stacca più.
  5. APPLICARE IL SECONDO TELO E I SUCCESSIVI: prima di applicare il secondo telo controllate di aver misurato e tagliato il terzo. Applicate il secondo telo a partire dall'alto facendo combaciare al primo telo il disegno lungo i margini. Qui il secondo telo è andato a sovrapporsi alla cornice della porta, ho tagliato la parte in eccesso con le forbici con un'angolazione di 45°. Con la spatola di plastica ho premuto perfettamente contro la cornice e poi ho tagliato con il taglierino. Dalla foto sopra noterete il vuoto lasciato dal citofono, non è necessario segnarne la posizione sul telo poichè una volta posizionato e lisciato il telo sarà facile individuarne la posizione e, facendo attenzione, incidere e tagliare la carta con il taglierino o le forbici. Come tocco finale, passate il rullo per giunti lungo tutta la giuntura tra i due teli, premendo bene. Pulite la colla in eccesso con un panno inumidito.
    Il terzo telo nel mio caso è stata una passeggiata, un pezzetto sopra la porta; al quarto telo ho dovuto prendere nuovamente il piombo e misurare la lunghezza del foglio. E così via.

    Per ulteriori chiarimenti ho trovato recentemente questa guida che affronta anche qualche problema che a me non è capitato, come gli angoli e i termosifoni.


E dopo un pomeriggio di lavoro, la parete è finita. Sopra potete vedere l'insieme dell'ingresso e una porzione di cucina. Devo dire che avevo ipotizzato un risultato simile ma una volta realizzato e visto dal vivo l'impatto è anche meglio di quello che avevo immaginato. La carta è molto scura, nelle foto sembra nera, emergono chiaramente i quadratini argentati e il disegno grafico delle cornici rettangolari emerge a tratti, a seconda della luce che le che la colpisce. Molto elegante. Molto meno elegante è quella lampadina pendente e quei fili immondi, ma ci stiamo lavorando. 






Vorrei di seguito farvi notare come il disegno della carta da parati richiami i particolari delle porte, le serrature quadrate delle porte scorrevoli...


...e le cornici della porta d'ingresso.


Nonostante sia stato un po' incosciente sperimentare la posa della carta da parati in un ambiente così in vista e di un colore così scuro, sono molto soddisfatta del risultato. E anche il mio moroso, visto che la carta l'ha scelta lui. Dovete sapere che il mio moroso è del partito "Tinteggiamo tutto di bianco!" così quando al negozio mi sono sentita dire "Perchè non mettiamo questa carta da parati?" e ho visto questo rotolo nero... ecco, sono ancora sotto shock da allora. 

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Uff, quanto ho scritto! Ma avete letto fino a qui? Spero solo di essere stata chiara e utile, per ora è tutto. A presto!

The Green House / Il perché della lunga assenza / Perchè TRE è meglio di DUE


Ciao a tutti! Oggi sono un po' in forma per cui vi spiego cosa sta succedendo. Intanto prima di Natale mi hanno rubato il portatile, dentro casa, con tutte le foto che conteneva, sia mie personali che quelle del blog. E della Green House. Brava scema, così imparo a non fare back up; per questo ultimamente le foto arrivavano direttamente dal cellulare.
Ciò nonostante, questo mi aveva buttato giù solo per qualche settimana, il tempo di trovare soluzioni alternative e andare avanti. 
Non è stato così perchè a metà febbraio ho cominciato a sentirmi poco bene, tra mal di testa e debolezze. Tranquilli, finisce bene: sono solo INCINTA.
A quanto pare, purtroppo, sono una di quelle che in gravidanza non sta affatto bene e i sintomi fastidiosi ce li ha tutti e a tutte le ore; oltretutto ho avuto un problema all'inizio della gravidanza che si è fortunatamente risolto grazie a farmaci e riposo. 
Le conseguenze di ciò sono che non faccio praticamente niente dalla sera alla mattina ed è la cosa più frustrante che mi sia mai capitata. Voi direte "Beh, un sacco di tempo per uncinettare!".
NO. Ho la nausea appena inizio a fare due punti. Ci ho provato, non sono riuscita a finire un giro. Praticamente ho la nausea dalla mattina alla sera e quasi tutto quello che mi piace fare me la fa venire. Ad esempio, tra poco pagherò le conseguenze di essere stata a scrivere questo post così lungo davanti al computer. Per un mese non ho cucinato nulla e solo da qualche giorno riesco a preparare il pranzo, a cena devono raccogliermi come uno straccio; mi guardo attorno e vedo solo lavori lasciati in sospeso, le ultime due camere da tinteggiare, i tavolini che volevo costruire con i bancali, le piastrelle da mettere per il paraschizzi in lavanderia, la libreria in muratura da rifinire, le pulizie da fare, il lavoro da trovare, poter uscire di casa. 
Sono appena entrata nel quarto mese per cui spero che questa condizione di nausea perenne passi presto, almeno uncinetto e ferri li vorrei usare! Ho delle copertine da neonato da realizzare!
Vi saluto, comincio a vederci doppio...
Un abbraccio!

Punti all'uncinetto / Margherite / Baby blanket e altro

Salve a tutti! Come state? Negli ultimi tempi mi sono dedicata ad alcuni progetti per la casa e per la bimba in arrivo, ho scoperto che l'uncinetto non mi da più la nausea ma a quanto pare mi disturba ancora lavorare al computer (in prestito dal moroso) tanto che ci ho messo tutto il giorno a scrivere questo post. Se mi seguite su facebook saprete che le foto e tutto il resto lo "curo" dal cellulare, dopo il furto del mio amato Mac Book Pro sono stata assorbita e atterrata dalla gravidanza e da tutto quello che ne concerne. Spero che mi passi anche la nausea da pc, ho un sacco di cose da farvi vedere!
Una della cose più leggere a cui mi sono dedicata è stata la realizzazione della copertina per la mia bimba; ho trovato un punto bellissimo e semplicissimo su una vecchia enciclopedia di punti all'uncinetto e ho deciso di usarla per questa copertina in tre colori: bianco, lilla e verde latte&menta.




Una volta finita mi era piaciuto così tanto il punto che ho deciso di usarlo per farci una coperta matrimoniale, in pratica ho finalmente trovato il modo di usare gli scatoloni di lana che ho lasciato in attesa per anni. Notate come l'effetto sia diverso modificando l'alternanza dei colori (al di là del fatto che nella foto sopra la coperta sia lavata e quindi il punto si è "steso").


Questo sotto è lo schema che ho seguito e di seguito vi riporto la spiegazione del punto così come l'ho trovata; ho cercato di arricchire la spiegazione con qualche foto con l'intenzione di semplificarvi la comprensione, spero di non aver ottenuto il risultato opposto.

PUNTO MARGHERITE


Il punto si lavora su un numero di catenelle multiplo di 8+2.
Avviare una catenella di base e lavorare nel seguente modo:

PRIMA RIGA (primo colore):
Lavorare 1 maglia bassa nella 2a catenella dall'uncinetto, *saltare 3 catenelle, nella catenella seguente lavorare 3 maglie alte, 1 maglia alta doppia, 3 maglie alte; saltare 3 catenelle, lavorare 1 maglia bassa* (foto 1 e 2) e ripetere da * a * (foto 3).


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Foto 1
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Foto 2
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Foto 3

SECONDA RIGA (secondo colore):
Cambiare colore e realizzare 3 catenelle (foto 4), realizzare 1 maglia alta NON CHIUSA nella maglia bassa seguente, 3 maglie alte NON CHIUSE nelle 3 maglie alte seguenti (foto 5), gettare il filo e chiudere le maglie sull'uncinetto (foto 6),


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Foto 4 
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Foto 5
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Foto 6

Lavorare 3 catenelle (foto 7), * 1 maglia bassa nella maglia alta doppia (foto 8), 3 catenelle (foto 9), 1 ventaglio chiuso (= 3 maglie alte NON CHIUSE nelle 3 maglie alte seguenti, 1 maglia alta doppia NON CHIUSA nella maglia bassa seguente, 3 maglia alta NON CHIUSE nelle maglie alte seguenti (foto 10), gettare il filo e chiudere la maglie sull'uncinetto (foto 11)), 3 catenelle *; ripetere da * a *.

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Foto 7 
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Foto 8
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Foto 9
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Foto 10
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Foto 11

Per finire la riga, 1 maglia bassa nella maglia alta doppia, 3 catenelle, 3 maglie alte NON CHIUSE nelle maglie alte seguenti, 1 maglia alta doppia NON CHIUSA nell'ultima maglia bassa (foto 12), gettare il filo e chiudere le maglie sull'uncinetto, 1 catenella (foto 13).

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Foto 12
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Foto 13
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Foto 14 - Seconda riga finita

TERZA RIGA (sempre il secondo colore):
Lavorare 3 catenelle (foto 15), nella chiusura del mezzo ventaglio sottostante lavorare 1 maglia alta doppia e 3 maglie alte, * 1 maglia bassa nella maglia bassa seguente (foto 16), nella chiusura del ventaglio seguente lavorare 1 ventaglio aperto (=3 maglie alte, 1 maglia alta doppia, 3 maglie alte)*; ripetere da * a *, 1 maglia bassa nella maglia bassa seguente (foto 17), nella chiusura del mezzo ventaglio sottostante lavorare 3 maglie alte e 1 maglia alta doppia (foto 18).

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Foto 15
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Foto 16
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Foto 17
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Foto 18

QUARTA RIGA (terzo colore):
Lavorare 1 catenella, * 1 maglia bassa nella maglia alta doppia (foto 19), 3 catenelle, 1 ventaglio chiuso, 3 catenelle, ripetere da * a * , 1 maglia bassa nella maglia alta doppia (foto 20).

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Foto 19
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Foto 20

QUINTA RIGA (sempre il terzo colore):
Lavorare 1 catenella, *1 maglia bassa nella chiusura del ventaglio sottostante, lavorare 1 ventaglio aperto*, ripetere da * a *, 1 maglia bassa nell'ultima maglia.

SESTA RIGA (quarto colore):
Ripetere dalla 2a riga.

(OPS, mancano le foto ma ormai lo avete capito come funziona, no? No?)

BABY BLANKET:
Per la copertina ho usato:
1 uncinetto numero 5
7 gomitoli da 50 g di filato Hotwool (45% lana, 55% acrilico) di Miss Tricot Filati, colore 500 (bianco)
2 gomitoli da 50 g di filato Hotwool (45% lana, 55% acrilico) di Miss Tricot Filati, colore 556 (verde menta)
2 gomitoli da 50 g di filato Hotwool (45% lana, 55% acrilico) di Miss Tricot Filati, colore 544 (lilla)

Ovviamente potete usare i filati e i colori che più vi aggradano e anche le alternanze di colori che preferite.
Io ho iniziato con il bianco e avviato 160+2 catenelle, seguendo le spiegazioni e lo schema, e alternando i colori come segue.
Righe da 1 a 5: bianco.
Righe 6 e 7: verde menta.
Righe 8 e 9: bianco.
Righe 10 e 11: verde menta.
Righe da 12 a 17: bianco.
Righe 18 e 19: lilla.
Righe 20 e 21: bianco.
Righe 22 e 23: lilla.
Righe da 24 a 29: bianco.
Righe 30 e 31: verde menta.
Righe 32 e 33: bianco.
Righe 34 e 35: verde menta.
Righe da 36 a 41: bianco.
Righe 42 e 43: lilla.
Righe 44 e 45: bianco.
Righe 46 e 47: lilla.
Righe da 48 a 52: bianco.


Si capisce meglio dalla foto, alla fine!
Facendo così mi è rimasto pochissimo filato per rifinire il bordo, per cui ho rifinito due lati a punto gambero con il lilla e due lati a punto gambero con il verde menta.
A lavoro finito la copertina misurava circa 80X80 cm.


Al di là della copertina e delle mie mancanze, spero che la spiegazione del punto vi sia stata utile! Non credevo che alla fine avrei scritto un post così lungo, chiedo scusa per la mia solita logorrea. Torno alla mia coperta, quello sì che sarà un lavoro lungo!
Alla prossima!

Antonella&Elisabetta (che fa la capoeira nella panza)

T.G.House/Il tavolo da pranzo, ovvero un falegname sotto casa

Salve a tutti! Come state? Io sono ancora senza computer, per oltre un anno ho usato lo smartphone e un vecchio pc con tastiera affetta da arteriosclerosi ma da qualche mese ho comprato un tablet. Ci sono sia vantaggi (posso scrivere ovunque e approfittare del sonnellino di mia figlia che però dorme bene solo se non mi allontano di un centimetro) che svantaggi (la tastiera touch...) e soprattutto ho scoperto qualche applicazione che mi aiuta nel sistemare le foto.
In ogni caso, oggi vi parlo del mio nuovo tavolo da pranzo! Ta-daaa!


(Se mi seguite su Facebook lo avete già visto).

Da quando viviamo qui abbiamo sempre mangiato al bancone della cucina
, ma con l'arrivo della bimba, considerando le visite dei nonni dall'Emilia, abbiamo dato una pulita al vecchio tavolo dei suoceri e sistemato qualche sedia pieghevole. Stavamo strettissimi.



Avevamo anche un altro tavolo che girava per casa, mi piacevano molto le gambe ma era troppo largo e non abbastanza lungo e il profilo del piano era troppo elaborato per essere comodo, oltre che essere molto spesso per cui da seduti il piatto sarebbe arrivato praticamente sotto il mento. Per questo abbiamo tenuto le gambe, struttura in legno e impiallacciatura. L'impiallacciatura di una delle gambe era danneggiata! 


Letteralmente sotto casa nostra c'è il laboratorio di uno zio che è falegname/ebanista, ed è tra la sua catasta di legna accumulata negli anni che abbiamo trovato il tesoro. Assi abbandonate e dimenticate da lavori precedenti, ingrigite, spaccate e tarlate a cui cui è bastata una piallata per ritrovare la bellezza.



Dopo un pomeriggio di lavoro questo è stato il risultato:


Ogni asse è stata piallata e squadrata, dopodiché lungo i lati sono stati ricavate le fessure per i "biscotti" con una lamellatrice. Tanta colla, tanti morsetti, tantissimo peso e un giorno di attesa. Misure finali del piano: lunghezza circa 220 cm, 90 cm di larghezza e 4 cm di spessore. 


Una volta asciugata la colla e tolti i morsetti, il piano è stato squadrato perfettamente e gli spigoli rifilato, stuccato con stucco color noce e levigato, dopodiché ho dato un'abbondante dose di antitarlo, tanto, tanto antitarlo. Avvolto in plastica e sigillato con il nastro adesivo, ha poi atteso una settimana.


Nella frattempo ho sistemato le gambe, stuccato&levigato, dopodiché ho dato una mano di fondo sintetico bicomponente che impedirà ogni possibile risalita di macchie di colore e di gommalacca in futuro (purtroppo i prodotti all'acqua questo ancora non lo impediscono). 

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Dopodiché gambe e palo centrale sono stati verniciati a spruzzo con smalto bicomponente color antracite, satinato. Ero indecisa tra nero, bianco e foglia d'argento, questo colore però è molto simile al pavimento e ho pensato che avrebbe fatto risaltare il piano in legno.

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Comunque alla (finta) foglia d'argento non ci ho ancora rinunciato, sono consapevole che sarebbe un po' delicatina ma ho visto cose su Pinterest che mi hanno fatto innamorare...
Ordunque, una volta lasciato agire l'antitarlo una settimana il piano era pronto per essere leggermente tinto, ma proprio un'ombra, di noce chiaro.


Infine la tinta all'acqua, qua il falegname mi ha un po' fregato, io volevo fosse trasparente ma a quanto pare ho trovato un falegname per cui è inconcepibile lasciare il legno al naturale. Per cui niente, alla fine il colore "miele" ha prevalso ed è diventato più giallo di quello che volevo, ma sempre meno che ad usare la gommalacca.


Ed ecco il risultato finale, una volta uniti gambe e piano. Che dite? Finalmente non stiamo più stretti! 






E le sedie? Per ora stiamo ancora usando quelle pieghevoli, ma la mia intenzione era di recuperare queste qua sotto che sono in soffitta a casa dei miei genitori. Sono le classiche sedie da osteria, vorrei verniciarle di colori diversi, su Pinterest su trovano un sacco di ispirazioni! Ahhh, Pinterest è una droga!

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Bene, per ora è tutto! Ci sentiamo presto!

Antonella

T.G. House/Riverniciare il lettino/Vernici speciali per camerette

Buongiorno a tutti! Eccomi di ritorno, di nuovo con qualcosa che se mi seguite su Facebook avete già visto, spero mi perdoniate la mancanza di organizzazione. In questi mesi la mia bimba mi ha tenuta piuttosto impegnata ed è proprio per lei che finalmente sono tornata a mettere mano ai pennelli visto che, a nemmeno quattro mesi di vita, non stava più nella carrozzina!

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Mio fratello mi ha regalato il lettino di sua figlia che, già un regalo a sua volta, è passato per così tante mani che la vernice si è danneggiata e scrostata in più punti, così abbiamo deciso di verniciarlo usando i prodotti della Syntilor specifici per le camerette.
La linea Syntilor "rinnova tutto speciale camerette"è fatta apposta per le camerette dei bambini in quanto non rilascia vapori nocivi o almeno non lo fa una volta essiccato perché posso assicurare che quando ho aperto e mescolato il barattolo quello che si sentiva era un terribile odore di ammoniaca. Assicuro peró che una volta essiccato, e lo fa piuttosto velocemente, non si sente il minimo odore.

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Prima di dipingere è necessario pulire, sgrassare e passare la superficie con carta vetrata a grana 120 per facilitare l'adesione dello smalto e per attenuare solchi e graffi e poi spolverare per bene. 

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Ho deciso di usare tre colori, bianco come principale per la struttura, grigio e verde per le sbarre. Ho iniziato dal bianco, che in questa linea é chiamato"cotone", e steso lo smalto con un pennello piccolo per angolini e interstizi e un rullo per il resto. La confezione ritiene che del prodotto basti una mano sola ma non sono d'accordo, io ne ho stese due per coprire alcune scalfitture. Secca rapidamente al tatto e l'aspetto finale è satinato e "morbido"; dopo quattro ore si può passare una seconda mano.

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Per le sbarre ho pensato al verde e al grigio, alternati, che nella cartella colori di questa linea di smalti si traducono in "germoglio" e "nebbia "; il verde in negozio mi sembrava più tendente al mela, qua sembra quasi menta, il grigio invece sembra più chiaro. 
Stendendo un colore diverso su una base bianca posso confermare che una mano non è affatto sufficiente; lo smalto va steso puro direttamente dal barattolo e tirato molto bene con il pennello anche se lascerete molte strisciate perché il colore, lasciato riposare, si "stende" e copre la maggior parte delle pennellate. Ma. Il colore non risulta comunque uniforme dopo una sola mano, potete vedere dalle foto come si intravede il bianco anche una volta asciugato.

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Per questo alla seconda mano di ogni colore ho usato un rullo per uniformare il velo di smalto e annullare i segni del pennello. E poi una terza, perchè nonostante tutto il colore restava trasparente.

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Ta-daaa!! Una volta finito di verniciare tutto ho atteso cinque giorni per l'essicazione in profondità della vernice prima di montare tutti i pezzi. La copertina che ho realizzato contiene lo stesso verde del lettino e sta benissimo mentre la giostrina cozza un po' ma mi è stata regalata e la mia bimba l'adora. Manca solo l'upgrade del paracolpi e del piumone per essere perfetto ma anche così posso ritenermi soddisfatta.

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Per concludere: mi ritengo piuttosto contenta del risultato, ho potuto verniciare in casa, d'inverno, senza che rimanessero odori, se escludiamo il forte odore di ammoniaca nell'immediato (e non è poco). Si presenta denso e, nonostante non necessiti diluizione, si stende facilmente sia a rullo che a pennello ed ha una buona resa ma non è molto coprente ed è quasi certo che serviranno due mani come minimo per coprire un mobile colorato.
Come ho già scritto, si asciuga velocemente e bastano quattro ore di attesa tra una mano e l'altra quindi, salvo intoppi, basta un week end per iniziare e terminare un lavoro.
Per ora è tutto, fatemi sapere se vi è capitato di usare questa linea di smalti e come vi siete trovati.
A presto! 

T.G.House/Lavanderia/Prima parte: le piastrelle

Salve a tutti! Sto cercando di scrivere almeno un post a settimana e spero di mantenere questo proposito il più a lungo possibile. Ecco che oggi inizio a parlarvi della lavanderia, un locale di cui in queste ultime settimane avete visto alcuni lavori su Facebook, ma di cui non avevate ancora visto l'inizio.

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Ho fatto molti lavori in casa a partire da giugno dell'anno scorso, cioè appena la mia gravidanza ha scampato i pericoli dei primi mesi, grazie anche all'aiuto del fidanzato; restava il fatto che non avevo un computer con cui sistemare le foto e scrivere bene ma soltanto un cellulare e, soprattutto, lo schermo mi dava la nausea. Anzi, qualunque cosa mi dava la nausea. Momenti terribili... 
Per questo chiedo scusa se sulla pagina Facebook comparivano aggiornamenti e anticipazioni su progetti che poi non ho mostrato una volta finiti.
In ogni caso. 
Questo qui sotto é lo stato della stanza che vi avevo mostrato nel tour della casa di un anno e mezzo fa: pareti vuote, caos e una scaffalatura che si intravede in un angolo della foto (ricordatevi di questa, ve ne riparleró in futuro). 

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Dopodiché é passato l'idraulico a cui non avevo spiegato che volevo (e già ordinato) un pesantissimo lavatoio in ceramica senza mobiletto sotto e, per di più, volevo anche i rubinetti a muro! Percui mi sono ritrovata di nuovo con un muro sfondato per poter fare gli attacchi da nuovo. Che felicità. 

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Lo so, i tubi e il sifone non sono esteticamente belli, ma il mobiletto sotto il lavatoio non lo sopporto! 
Comunque questo è stato il risultato, l'idraulico ha installato il lavatoio con staffe e cemento, ha tappato i buchi e messo il rubinetto, così ho poi potuto montare la Algot dell'Ikea con tutto il necessario per il bucato. E sono passati i mesi.

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A giugno dell'anno scorso abbiamo piastrellato la zona del lavatoio. Quello che segue farà venire i brividi a ogni piastrellista che si rispetti ma, please, abbiate pietà! Vi pare che potevo chiamare un professionista a mettere due piastrelle? 
Non ho intenzione di spiegarvi o insegnarvi come si piastella, la foto sotto dimostra che ho ancora moltissimo da imparare, ma ho comunque deciso di provarci perché dovevo farlo. 

Ho usato le piastelle del pavimento della zona dell'ingresso, Ferro Black 15×60 cm della Ceramica Sant'Agostino, e deciso di metterle in verticale sia per motivi estetici che pratici. 
Ho smontato il blocco del rubinetto e protetto gli attacchi con nastro adesivo, ho misurato a partire dal centro del lavabo l'ingombro di tutte le piastrelle e su di esse ho segnato i punti in cui ritagliare i bordi per lasciare spazio agli attacchi del rubinetto.


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Ho usato una smerigliatrice con il disco per gres porcellanato per inciderle dopodiché ho steso la colla con una spatola dentata sul muro e ho sporcato di colla anche il retro delle piastelle con una cazzuola per favorire l'aderenza e le ho posate a parete, usando la livella per assicurarmi che fossero dritte e distanziandole con i crocini appositi. Ho usato i crocini anche come distanziatori tra piastelle e lavabo in ceramica, mentre per quelle che andavano oltre il bordo ho fatto la cavolata di non fissare a muro dei listelli di legno che potessero sostenere le piastrelle. Tanto nastro adesivo e qualche preghiera hanno risolto la cosa, ma ho rischiato veramente grosso!

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Ho pulito subito la colla sulla superficie delle piastrell e il giorno dopo ho raschiato gli eccessi di colla nelle fughe, in modo che non si vedesse spuntare tra lo stucco.

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In questa foto sopra potete vedere che ho dovuto rimettere il rubinetto (perché avevo bisogno dell'acqua!), mi è bastato non mettere le rosette che coprono gli attacchi e ho potuto stuccare anche così. Inoltre potreste notare che ho finito il paraschizzi ai lati con i battiscopa abbinati perchè hanno una lato già perfettamente rifinito.

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 http://www.mapei.com/IT-IT/Prodotti-per-Ceramica-e-Materiali-Lapidei/Riempitivi-per-fughe-a-base-di-leganti-idraulici/KERACOLOR-FF
Lo stucco che usato:
colore antracite

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Ho steso lo stucco con l'ausilio di una spatola di gomma (quella arancione) facendo attenzione a riempire tutti gli interstizi, specie quelli nei punti critici, tra le piastrelle e tra muro e piastrelle. Ho atteso diverso minuti, finché lo stucco sulla superficie della piastella non ha cominciato a schiarire per l'essicazione, poi ho passato una volta la spugna umida su tutte le piastelle, lavandola e strizzando spesso. Poi ho aspettato di nuovo e pulito di nuovo, senza premere troppo o insistendo, o avrei tolto tutto lo stucco dalle fughe sciogliendolo con l'acqua di lavaggio. Passata qualche ora e seccato completamente lo stucco ho potuto lavare per bene.

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Mentre aspettavo che quello tra le piastelle si seccasse, ho steso del normale stucco bianco da muro nella zona inferiore, a coprire e livellare le tracce dei tubi. Dopo di che ho ritinteggiato le pareti per coprire tutte le macchie che avevo fatto ed ecco, qui sotto, il risultato.

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Non credevo che alla fine sarebbe venuto bene, dopo un anno ancora non si è staccato nulla! Non è stato difficile ma si è trattato di una piccola zona in cui sono stati necessari veramente pochi tagli per i quali mi è bastato acquistare un dischetto per la smerigliatrice per gres porcellanato da 8 euro. Fossero stati tagli più complessi non so se ci avrei provato, avrei dovuto acquistare come minimo un tagliapiastrelle manuale, ma capace di tagliare il gres e non so se a quel punto sarebbe stato economico. 
Ed ecco qua, per questa settimana è tutto. Alla prossima!

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T.G.House/Lavanderia/Seconda parte: "Dandelion" alle pareti

Rieccomi con il post settimanale, anche questa volta vi parlo della lavanderia. Questa volta vi mostro come ho realizzato la decorazione di soffioni, i dandelion, alle pareti.

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Intanto, questa è l'ispirazione, i Dandelion Clocks di Sanderson (il pin viene però da www.cartadaparatideglianni70.com ):




Quando ho deciso di dipingere le decorazioni alle pareti avevo un bel pancione che stava crescendo e ho pensato che aiutarmi con una sagoma sarebbe stato molto più veloce, pur se la forma dei soffioni è tale che si potrebbero fare benissimo a mano libera.
Quindi ho preso un foglio di cartone, che grazie ad Amazon e alle Billy dell'Ikea non mancano mai, ho disegnato il contorno dei fiori e ritagliato con il taglierino. 

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Sulla parete ho posizionato la sagoma fissando il cartone con il nastro adesivo di carta, con un pennello piatto largo un centimetro ho dipinto il perimetro e poi con un pennello più largo ho riempito il resto. Per i colori ho usato le tinte da parete che avevo già in casa, il grigio per la parete di lavanderia e studio, il verde della cucina.

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Una volta asciugato il colore di fondo ho appoggiato una stecca di legno senza togliere il cartone che con il suo spessore la teneva sollevata (io ho usato un avanzo che avevo in casa, la mostrino del telaio delle porte) così ho potuto dipingere i raggi del fiore senza sporcare nulla e andando dritta. Un pennello piatto e pittura acrilica nero antracite per tracciare la stilizzazione dei semi, la punta del dito intinta nel colore per i pallini su ogni seme.

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Una volta realizzati tutti i fiori ho dipinto i gambi, utilizzando sempre la stecca di legno. Prima di dipingere, all'inizio e alla fine di ogni gambo ho posato un pezzo di nastro adesivo di carta per definire il fiore e non sporcare il battiscopa. E poi ho sparso semi di dente di leone in giro per la stanza.


Ed ecco qua alcune foto della lavanderia alla fine dell'intervento, l'anno scorso. Il sistema a cremagliera Algot dell'Ikea era già stato montato in precedenza e si può notare come la decorazione infatti le giri attorno.


All'epoca della decorazione su questa parete non avevo nulla, solo una vaga idea di metterci uno scaffale o forse un tavolo, per cui ne ho dipinto solo una porzione e non tutta quanta e se mi seguite su Facebook sapete ormai che decisione ho preso. Questa però è un'altra storia e ve la racconterò prossimamente. 
Spero che il post vi sia piaciuto, se avete domande fatemele pure e io risponderò il prima possibile, in accordo con la mia signorina e i suoi tempi (sshhh, non svegliatela che adesso dorme).
A presto!

T.G.House/Lavanderia/Terza parte: fare ordine/Plus: zona craft

Post settimanale, come state? Sembra sia arrivato il caldo (pomeriggi di pioggia a parte) e la mia lavanderia é invasa dai vestiti invernali o poco meno pesanti da lavare, stirare/piegare e archiviare fino all'autunno, così come il guardaroba di mia figlia che assieme alla stagione cambia anche la taglia. Insomma un gran daffare, oltretutto sto anche preparando le valigie perchè per un paio di settimane io e la bimba andiamo alla Casa Madre a trovare i nonni ferraresi che sentono la mancanza della nipote (io sono solo di contorno).





Con il post di oggi mi metto quasi in pari con facebook, riassumendo l'ultima parte dei lavori in lavanderia, nella zona in realtà dedicata alle scorte di detersivi e soprattutto le zone "craft": lana, filati, pennelli, barattoli e secchi di vernici e pitture, ecc. La situazione era questa: la parte dedicata alla lavanderia era a posto, quella dedicata allo storage (a forza di fare ricerche in inglese non mi vengono altri termini), alle scorte, era un disastro. Un po' non era organizzato bene, un po' con il proseguire della gravidanza é diventato tutto un "metti lì e poi ci penserò, ora sono troppo stanca" che con il tempo è solo peggiorato.

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Quindi eravamo rimasti a questa bella parete decorata, libera e ariosa.


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Nella vita reale le cose non restano in ordine e se qualcuno ha una parete vuota, questa non resterà tale a lungo. Specie se fa la raccolta differenziata. Nella foto potete vedere i contenitori Filur dell'Ikea che contengono rispettivamente, da sinistra verso destra, cartone, plastica, indifferenza, vetro & alluminio, più due contenitori del latte in polvere per medicinali scaduti e lampadine. E una tanica dell'acqua distillata che contiene olio usato. Sopra, una parete sprecata.



E non avendo una cantina, una soffitta o un garage tengo nella lavanderia le scorte di detersivi (e quello tutti) i barattoli e i secchi di vernice, gli strumenti vari per i lavori in casa, e soprattutto lana. Tanta, tanta lana. Tantissima. Troppa. E stava tutta straripava da queste due scaffalature qua sotto, comprate nell'ormai lontana estate del 2014 mentre tinteggiavo tutta casa.
Sono, queste, due scaffalature in kit, ovvero vengono vendute in pacchi contenenti cinque ripiani e i quattro montanti divisi a metà; il ripiano centrale serve a tenere unite le due metà di ogni montante e la sua posizione diviene quindi obbligata.

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Se l'immagine vi sembra strana è perché ho unito due foto!

Che abbiamo fatto noi? Volevamo arrivare fino al soffitto e riporvi i secchi vuoti e l'attrezzatura per verniciare e togliere lo scaffale e tutte le scorte dalla vista appena si entra dalla porta, così abbiamo spostato uno scaffale su questo lato della stanza e aggiunto mezzo dell'altro scaffale. Il tutto é stato avvitato alla parete a metà altezza e in cima per maggior stabilità. 
Quello che vorrei fare è migliorarne l'estetica magari ricoprendo gli scatoloni con della carta tutta uguale, o una tenda che copra tutto. Non so, ma per ora è in ordine, e questo alla prova dei fatti é la cosa importante. 

Una volta pulito, buttato, scremato, spostato e riutilizzato quello che avevamo, la situazione dall'altra parte della stanza era questa: mezzo scaffale, il tavolo spodestato dalla zona pranzo, il secchio dell'indifferenza, tanto materiale ancora senza una collocazione precisa.

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Abbiamo passato una settimana a misurare, valutare, progettare. Dovevamo fare acquisti ponderati, a cui potessimo aggiungere pezzi poco alla volta e solo in caso di necessità. Cosa ci serviva? Uno spazio in cui lavorare e lasciare in sospeso i lavori senza ingombrare, prendere e riporre facilmente gli strumenti, stipare i materiali in ordine, il tutto integrando quello che già c'era.
Per chiarirci le idee ho fatto questo progettino ridicolissimo con il tablet e la punta del mio ditino, quindi siate clementi; l'intenzione era mantenere due zone di lavoro ognuna con i propri scaffali e la propria parete attrezzata (pegboard), e mettere qui il manichino che ora ho in camera.

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Ed è andata a finire così. I due scaffali separati sono diventati uno solo, messo nell'angolo si spartiscono i materiali. Alla fine un altro scaffale in kit è stato l'unico compromesso possibile tra la disponibilità economica e l'integrazione con l'esistente e la cosa non mi dispiace. Anche qui c'è bisogno di un miglioramento estetico ma intanto è più ordinato. 

Invece per le pareti attrezzate o pegboardé andata come da progetto! Abbiamo preso il materiale e le abbiamo realizzate, una per ogni zona di lavoro. Qui sotto pegboard degli attrezzi vari (i rotoli di nastro adesivo di mille tipi e misure che non rotolano più ovunque!):

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E qui invece quella delle rocche. Successivamente a questa foto si sono aggiunte altre rocche e altri gomitoli e si è riempita di altri colori.

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Sonomolto soddisfatta, non è ancora finito al 100% ma mi riservo il tempo di usare lo spazio così com'è per capire se funziona, se devo spostare, aggiungere o togliere cose. Meglio ora in ogni caso, con il caos che c'era prima era impossibile mandare avanti i progetti rimasti in sospeso causa gravidanza/parto/post-parto.
Se riesco nel prossimo post vi parlo di come ho realizzato le pegboard, non l'ho fatto ora perché già così sono stata prolissa. O perché sono paracula e voglio tenermi buono il materiale per un altro post e non giocarmelo tutto ora. Fate voi. 


Ah, se vi interessa vi lascio qui sotto la mia bacheca con le ispirazioni per la zona craft, dove troverete alcune idee che ho qui realizzato. Comunque sono una drogata di Pinterest.
Spero di non avervi annoiato, vi auguro un buon ponte del 2 giugno e alla prossima settimana! 



Tutorial "verde"/Pigne cespugliose

Buongiorno a tutti! Come state? Ho saltato due volte i post settimanali causa visita dai nonni con la pupattola di otto mesi e connessione inadatta a caricare e scrivere, ma non me ne sono rimasta inattiva! Su Facebook avete potuto seguire la mia avventura con le sedie, ma una delle prime cose che vi avevo mostrato dalla Casa Madre è stata questa pigna qui sotto e avevo promesso di scoprire com'era stata realizzata.

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Intanto sappiate che due settimane dopo stava ancora benissimo (e con lei la sua compagna che continua a spuntare nell'angolo):

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Ed ecco come si realizza: una pigna prima di tutto, questa è di pino marittimo, con tutte le sue brattee aperte.


Poi vi servono una ciotola o un piatto, dei sassolini, rametti di piantine o erbette, qua mia madre ha usato qualche erbetta e qualche succulenta (sono un pollice nero, questa cosa è tutta merito di mia madre, correggetemi pure gli errori botanici).


Mettete la pigna dentro la ciotola in cui avrete sparso i sassolini, servono per stabilizzarla. Versate l'acqua che deve arrivare a bagnare il fondo della pigna.


Staccate dei piccoli ciuffi di erbette e succulente e inseriteli tra le brattee aperte. Riempite a piacere.




Fatto. E finito. Già, ora dovrete solo aspettare che le brattee della pigna si chiudano grazie all'acqua e il gioco è fatto.


Sopra potete vedere la pigna appena terminata, sotto la stessa dopo qualche ora: vedete che si stava già chiudendo? Non ho potuto aspettare oltre perchè le foto le ho fatte l'ultimo giorno di permanenza alla Casa Madre, ma sono sicura che la pigna si sia chiusa ulteriormente. 


Non so esattamente i rametti cosa facciano, se mettano radici dentro la pigna o cosa, se nel caso con il tempo si possa piantare il tutto oppure no. Mi dicono che nel caso si voglia cambiare composizione basta mettere la pigna al sole e questa tornerà ad aprirsi, quindi non mettetela al sole se la composizione vi piace. A mia madre l'idea è stata suggerita da un'amica, io non l'avevo mai vista ma comunque non faccio testo, sono un'assassina di piante.
Vi ricordo che comunque non sembra avere vita breve, la prima pigna che ho fotografato era ancora rigogliosa dopo due settimane. 

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Ed eccoci qui. Fatemi sapere se il tutorial vi è piaciuto e se ci avete provato. Prossimamente tornerò ad occuparmi della T.G.House con cose lasciate in sospeso e cose nuove e insomma, cose. A presto! 

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T.G.House/Tavolino da caffè con i pallet/Mordenti per legno all'acqua/Diy

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Buona metà settimana a tutti! Come state? Io bene, ma tra una cosa e l'altra mi trovo a scrivere questo post un po' di fretta. Oggi torno indietro di circa un anno per mostrarvi questo semplice progetto di fai da te, piuttosto basilare: "coffe table", il grado zero del riutilizzo dei pallet. Perché continuare a leggere? Per il prodotto che ho utilizzato per tingerlo.
Ma partiamo dall'inizio, andiamo indietro di un anno: pallet.


E me medesima, incinta. Che dopo mesi di stop obbligato non ne potevo più e dopo la prima sistemazione della lavanderia (nei post precedenti) avevo una certa smania di "fare": c'è chi ha le voglie di fragole, io ho queste. 
Comunque, ho una pila di pallet in una stanza che mi sono rimasti dopo la consegna delle piastelle e una bacheca su pinterest piena di idee per usarli e forse non mi basteranno... Dal mucchio ne ho scelti due simili e ho tolto le assi della base d'appoggio per poterli unire ed avere un ampio spazio in mezzo. Per tagliare i chiodi avevo l'unico attrezzo che mi ero portata da casa, il flessibile con il dischetto per tagliare il ferro, gli altri li avevo dimenticati. Davvero!
Purtroppo erano pallet molto grezzi e ho dovuto usare anche il dischetto per sgrossare il legno (tipo grana 40), solo dopo ho proceduto con la carta a mano, prima 80 poi 120.


Ed eccoci arrivati alla parte interessante: mordente per legno in polvere colore "grigio argento" (linea I mobili di Gubra della Nespoli), comprato al Leroy Merlin senza alcun progetto preciso, era semplicemente troppo invitante! 
Le istruzioni sono semplici, si scioglie il contenuto di una delle due bustine (una confezione ne contiene infatti due) in 250/300 ml d'acqua calda, si mescola e si lascia raffreddare.

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Ora, il colore a questo punto è molto concentrato e molto scuro, io l'ho diluito un po' alla volta e provato su un pezzo di legno (non ho fotografato le prove!!) fino a quando non ho trovato l'intensità desiderata. Quando nel negozio ho visto il campione esposto ho pensato subito che era perfetto per dare un aspetto invecchiato e usato al legno e ho voluto provarlo qui, perché avrebbe reso bene in un mobile in stile industriale.
Quindi ho proceduto in questo modo: ho inumidito il legno con uno straccio per favorire una presa uniforme del mordente (non deve grondare acqua o risultare bagnato, solo inumidito).


(Sì, ho lasciato i segni di bruciatura causati dal flessibile: mi piacevano troppo!!)
Poi con il pennello ho steso il mordente su tutta la superficie. In caso di macchie e per annullare eventuali pennellate troppo evidenti ho passato lo straccio per tamponare e distribuire uniformemente il colore. Una volta ottenuto l'effetto desiderato, ho lasciato asciugare, tenendo conto che l'aspetto da bagnato è simile a quello che avrei avuto alla fine dopo la vernice trasparente.

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Di seguito alcuni confronti: impregnante bagnato appena finito di stendere.

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Impregnante asciutto, nessuna finitura, legno ancora grezzo al tatto. E non protetto.

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Smalto protettivo trasparente all'acqua, effetto satinato. Meno giallo rispetto a due passaggi fa, ma meno argento rispetto all'impregnante asciutto su legno grezzo della foto precedente.

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A sinistra solo impregnante asciutto, a destra con il trasparente all'acqua. 

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Una volta asciutto il tutto, ho fissato i due pallet con quattro cerniere (io le chiamo così ma non sono sicura sia il nome corretto) e viti per legno autofilettanti, una per ogni angolo. Potete vederle in foto: le ho scelte così, di quel colore e forma perché mi sembravano adatte a uno stile industriale. 

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A completare il look, quattro rotelle di cui due dotate di blocchi.

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Ed ecco fatto. Le foto dopo le ho fatte un anno fa in velocità ripromettendomi di rifarle meglio, ma poi non c'è stata occasione e adesso è meno fattibile che mai.
Comunque. Shame on me.

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Al di là del pallet, del tavolino, della semplicità o complessità del progetto, dare un aspetto usato e invecchiato al legno con questo mordente è stato piuttosto divertente; di questa linea ci sono altri colori e le istruzioni recitano che sono tutti mescolabili tra loro, per la cronaca.
Io ho scelto questo colore perché volevo un look "industial" per alcuni elementi dell'arredamento e mi sembrava che si armonizzasse con i colori della casa e degli altri (pochi) mobili.
Spero che qualche parte di questo non-tutorial vi sia stata utile e fatemi sapere se avete dubbi o domande o apprezzamenti o critiche da fare.
A presto!
Antonella
P.S.
In seguito su Pinterest ho visto che vanno di moda, tra le blogger americane, tutorial sui mordenti fatti in casa per l'effetto "legno invecchiato" realizzati con aceto e paglietta di ferro lasciata a mollo una notte. Non ho approfondito la cosa o provato a farlo ma lo dico sempre per la cronaca e per sapere se qualcuno ha mai provato.

Punti e schemi all'uncinetto/Punto Piume/Baby Blanket estiva in corso

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Buon fine settimana! Il post settimanale è slittato di qualche giorno ma è comunque arrivato come promesso su Facebook. 
Come sapete sono stata due settimane a casa Madre e, tra i vari giri di saluti, sono andata a trovare la mia spacciatrice di filati che, manco a dirlo, ha sempre qualcosa in saldo. Me ne sono tornata a casa con una decina di gomitoli di cotone, otto grigi e due verdi. 
Con i gomitoli grigi volevo fare una copertina leggera leggera per la mia pupattola, così ho cercato un po' di punti sulla mia fidata enciclopedia dell'uncinetto ma non ne ho trovato che mi soddisfacessero appieno, poi mi è riaffiorata alla mente l'immagine dei centrini che faceva mia nonna e che sono ancora a casa di mia madre.




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Così, dopo un po' di prove, ho definito la linea finale: il "Punto Piume", chiamato così da me soltanto, perché mi sembrano tante piumette.

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Così ho iniziato la copertina, ed è ancora molto, molto in corso. Spero di terminarla entro la prossima settimana ma il fatto che non sia finita non vuol dire che non possa spiegarvi come farla. Qui di seguito lo schema del punto principale, più sotto le spiegazioni. Spero di aver fatto tutto per bene e, se non bastasse, sto realizzando un video-tutorial! Lo so, ci crederete solo quando lo vedrete (e io con voi).

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Si lavora su un multiplo di 6 maglie ma con un minimo di 12.
Per la copertina ho avviato 150 catenelle con uncinetto numero 3,5.
(Edit: mi sono "solo" dimenticata di dirvi il filato... Cotone 100%, biologico, Bio Sesia 5, colore 460, peso 50 g (180 metri). Numero di gomitoli previsto: ne ho otto ma non credo li userò  tutti.)

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Prima riga: dopo aver avviato il numero necessario di catenelle, realizzare altre sei catenelle e saltare 11 catenelle a partire dall'uncinetto, realizzare una maglia alta nella 12esima catenella, realizzare una catenella e poi di nuovo puntare l'uncinetto nella 12esima catenella di base e realizzare un 'altra maglia alta, * realizzate tre catenelle, saltare 5 catenelle di base e realizzare nella sesta una maglia alta, una catenella, una maglia alta*  e ripetere da * a *. Terminare la riga realizzando tre catenelle e facendo una maglia alta nell'ultima catenella di base .

Seconda riga: 6 catenelle, *realizzate all'interno dell'archetto sottostante 1 maglia alta, 1 catenella, 1 maglia alta; realizzare altre 3 catenelle* e ripetete da * a * fino alla fine della riga. Terminare con una maglia alta.
N.B. a partire dalla riga 7, si esegue la spiegazione della seconda riga anche per la prima riga.

Terza riga: 5 catenelle, *realizzate all'interno dell'archetto sottostante 2 maglie alte, 1 catenella, 2 maglie alte; realizzare altre 2 catenelle* e ripetete da * a * fino alla fine della riga. Terminare con una maglia alta.

Quarta riga: 4 catenelle, *realizzate all'interno dell'archetto sottostante 3 maglie alte, 1 catenella, 3 maglie alte; realizzare una 1 catenella* e ripetete da * a * fino alla fine della riga. Terminare con una maglia alta.

Quinta riga: 3 catenelle, *realizzate all'interno dell'archetto sottostante 4 maglie alte, 1 catenella, 4 maglie alte; passare direttamente all'archetto successivo* e ripetete da * a * fino alla fine della riga. Terminare con una maglia alta.

Sesta riga: come la quinta riga.

Ripetete il modulo di 6 righe a piacere.

Ultima riga: 8 catenelle, *realizzate all'interno dell'archetto sottostante 1 maglia bassa; realizzare altre 5 catenelle* e ripetete da * a * fino alla fine della riga. Terminare con una maglia alta, chiudere l'ultima maglia.

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Sto già pensando a come rifinire il bordo, penso che sarà molto semplice, ma per saperne di più continuate a seguirmi qui e/o sulla mia pagina Facebook (ve la linko qui perché se visualizzate il sito da mobile è altamente probabile che non vediate i link o i gadget per le condivisioni. E comunque devo sistemare la grafica e le pagine del blog, ci vuole ordine).

Per questa settimana è tutto! A presto e passate un buon weekend!

P.S. Ho aperto anche un profilo Instagram, se volete seguirmi anche lì!

T.G.House/Sedie per la tavola da pranzo/Gemelle diverse

Ciao a tutti, come state? Oggi parliamo di sedie. Lo so, la settimana scorsa ero riuscita a stare in pari con la pagina Facebook e l'argomento era l'uncinetto, mentre stavolta torno indietro di un mesetto e vi mostro quello che ho fatto alla Casa Madre. Ovvero le sedie per la mia casetta.
Non è la prima volta che tratto delle sedie e potrebbero interessarvi come ho restaurato le sedie della cucina di Casa Madre mantenendo l'aspetto del legno o come ho riverniciato e rifoderato una sedia disastrata in lilla.
Come potete vedere ho deciso di non verniciare le sedie tutte dello stesso colore ma ho scelto di usare colori e metodi diversi, lavorando a coppie. Qui di ne ho rimesse a legno due e ho smaltato le altre in due nuance diverse.

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AVVERTIMENTO: vernici sintetiche a tutto andare, a Casa Madre ho degli avanzi da finire e quasi nessuno è all'acqua. E molta altra chimica, quindi si consiglia caldamente l'uso di guanti, occhiali, mascherina e abiti lunghi.
Ma cominciamo dal principio: sedie "da osteria", se ne trovano in abbondanza ovunque, dalle mie parti si dice che "te le tirano dietro" da quanto sono comuni e in numero esorbitante. I miei tenevano queste in soffitta e le usavano raramente. Diversi tarli ma non eccessivi, alcune con impiallacciatura della seduta irrimediabilmente rovinata, un paio in ottime condizioni, un paio non utilizzabili affatto.

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Iniziamo dalle due sedie in ottime condizioni che ho portato a legno e ritinte. La mia intenzione era ripetere l'effetto del tavolino da caffè di due post fa, ma più scure. 

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Se avete dato un'occhiata al post sulle sedie da cucina sapete che per riportarle a legno avevo usato una carta vetrata particolare e un levigatore orbitale, purtroppo me li sono entrambi portati alla T.G. House così ho tirato fuori guanti, spatola e sverniciatore. E ho anche inaugurato lo speciale pennello per sverniciare, setole di plastica, che ho comprato prima della gravidanza. Ah, questo metodo ha il vantaggio di essere silenzioso, cosa non trascurabile visto che la pupattola dormiva beata dentro casa.
In passato vi avevo già mostrato come avevo sverniciato un tavolino, quindi se volete approfondire potete darci un'occhiata. 

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Bene, ottimo, sedie sverniciate e pulite dai residui di sverniciatore. Ma sono ancora marroni e le soluzioni sono due, o le gratto o le sbianco. Ho scelto di sbiancare ma ATTENZIONE!!! ALLERTA!!!
Qui si va sul chimico e sullo sperimentale. Ci sono alcuni metodi per sbiancare il legno, uno è l'acqua ossigenata a svariati volumi (non quella a uso medico), l'altro è la candeggina. Avevo già sperimentato la candeggina per le sedie della cucina ed era uscito un  lavoro soddisfacente, così ho pensato di riutilizzare lo stesso metodo ma con della candeggina non di marca (mica posso sprecare l'Ace da bucato di mia mamma...). Casualmente questa candeggina era al Bricoman nello stesso scaffale dello sverniciatore assieme all'acqua ossigenata, quando si dice saper posizionare i prodotti...

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Ripeto: STO SPERIMENTANDO. Ho diluito la candeggina al 50% con acqua e poi ho usato un vecchio pennello per irrorare le due sedie; io qui ero all'aperto su un vecchio e malandato pavimento di cemento, se dovessi fare questa cosa a casa la farei dentro la doccia con finestre spalancate e mascherina (vabbè, quella va usata anche all'aperto).
Questo qui sotto è stato il risultato finale, che sembra venuto bene ma ho paura di aver sbagliato qualcosa. Ad esempio avrei dovuto lavare con acqua? Il perché della mia domanda lo scoprirete alla fine.

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A questo punto, legno completamente scoperto, una bella dose di antitarlo data a pennello e poi sedia chiusa dentro un sacco gigante da immondizia.

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Dopo qualche giorno ho aperto tutto e iniziato a stuccare i fori dei tarli nelle sedute e negli schienali, ovvero dove si potrebbero impigliare le calze delle signore, i vestiti o comunque ci si potrebbe graffiare. Semplice stucco in pasta da legno e il procedimento è lo stesso sia per le sedie da colorare sia per quelle da lasciare a legno. Beh, per queste ultime ho colorato lo stucco con lo stesso mordente che ho usato poi per tingerle. 

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Per far meglio e prima ho fatto così: individuato il forellino ho proceduto a stuccarlo con l'ausilio di uno strumento altamente tecnologico e innovativo, il mio dito indice. Dopo pochi istanti ho passato sulla zona interessata in pezzo di carta poco umido, con delicatezza, per asportare l'eccesso oltre al forellino. Senza esagerare. Una volta che lo stucco è secco si fa molto prima a levigare l'intera sedia.

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Quindi eccoci di nuovo con la sedia a legno, sbiancata e stuccata (sì, è la stessa foto di prima, ho saltato dei passaggi da fotografare mentre lavoravo, fate finta che qui sia stuccata).

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Ottimo: spero abbiate dato un'occhiata al post del tavolino da caffè perchè il procedimento per tingere le sedie è lo stesso, solo che ho a malapena diluito il mordente e l'ho usato praticamente puro.

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Qui potete vedere l'effetto da bagnato e da asciutto. Come al solito è da bagnato che mostra la sua fedeltà al risultato finale. Ed è marrone....

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Il colore che volevo ottenere era la sua versione da asciutta, ma a quanto pare non è  stato possibile. Le cose sono due: ho sbagliato a sbiancare o il legno già trattato comunque butta fuori la vecchia tinta.
Essendo una sedia, un oggetto che deve subire certe sollecitazioni, spostamenti, (mal)trattamenti, ho verniciato con un trasparente sintetico a finitura satinata.

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E questo è quanto, il risultato finale delle due sedie lasciate a legno. Il colore comunque si sposa meglio accanto a quello delle altre sedie rispetto a quello precedente.

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Procediamo a verniciare le altre quattro sedie. Levigatele con carta vetrata da 80 per livellare eventuali asperità e difetti del legno e poi con carta da 120. Pulitela con un panno e aspirapolvere o con la pistola del compressore; in alternativa, panno e pennello asciutto e ogni tanto soffiate.

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Perché la cementite sintetica, anche in caso vogliate usare smalti all'acqua? Perché, se non è cambiato qualcosa e io non ne sono stata informata, le tinte all'acqua lasciano riaffiorare le macchie del legno sottostante, ne sono stata testimone e vittima in più di un'occasione.

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Stavolta ho usato un pennello ma avrei fatto meglio ad usare un rullo, purtroppo ho lasciato un po' di confusione tra gli attrezzi a Casa Madre. Un rullo vi stende uniformemente la tinta e soprattutto la cementite, che è assassina per quanto riguarda lasciare righe profonde. In ogni caso dovrete levigare con carta vetrata da 180, una volta essiccato. 

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Quattro sedie pronte per essere verniciate. Il bianco è bianco, normalissimo, mentre il verde è lo stesso della pastaia di un paio di anni fa (quanti link a cose vecchie in questo post!) dove potrete trovare informazioni su come verniciare a rullo.

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Ed eccole finite.


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Rieccoci alla fine con un altro colpo d'occhio su tutte le sedie finite. Nota bene: le foto finali le ho fatte l'ultimo giorno in cui sono stata alla Casa Madre, perché prima non erano pronte, purtroppo la giornata era nuvolosa e lo sfondo della parete gialla del portico non è il massimo. In più sono ancora lì! Già, non avevo spazio in macchina per portarmele alla T.G.House così devo aspettare che i nonni vengano a trovare la pupattola e me le portino un po' alla volta. No, non cercate di capire la logica che sta dietro la mia scelta di verniciare sedie che stanno a 300 chilometri da dove vivo attualmente. 

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Sono andata un po' di fretta nel finale perché la pupattola qua accanto è un po' inquieta e tra poco si sveglia.
Per questa settimana è tutto, ci vediamo alla prossima. O se non sapete resistere potete sempre seguirmi su Facebook!
A presto!

Video tutorial/Baby blanket "Piume"/Uncinetto

Buona metà settimana a tutti! Il post settimanale questa volta è molto breve da leggere, ma se volete ascoltarmi per un pochino potete farlo grazie al video tutorial che ho realizzato per mostrarvi come si fa il punto "piume" (o almeno io lo chiamo così).


Vi ricordo che due post fa, precisamente qui, troverete lo schema e la spiegazione per fare il punto principale. Informazioni più precise su come fare la copertina arriveranno in seguito (son proprio pigra). Nel video mostro la copertina non ancora finita ma il video ci ha messo così tante ore a caricarsi su youtube che nel frattempo ho finito!
A presto e buona visione!

T.G.House/"Il Bagno Blu" makeover parte 3/Conclusione e due anni dopo

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È passato un sacco di tempo da quando iniziai a mostrarvi i lavori all'appartamento, ed in particolare i miei esperimenti con la resina per ricoprire le piastrelle dei bagni esistenti.
Potete leggere i particolari della prima e della seconda parte del makeover del "bagno blu" se cliccate nei rispettivi link.
Riassumendo per chi non ne sa nulla e non vuole (giustamente) andarsi a leggere tutti i post della sezione The Green House : appartamento di 160 mq circa allo stato grezzo, senza porte e pavimenti, finestre solo a legno grezzo non verniciate e senza vetri, impianti idraulici e elettrici da rifare. Insomma giusto i muri delle camere e dei bagni. E i bagni erano l'unica cosa fatta, anche se, de gustibus, erano orribili. E qui potete vederne uno.
In virtù di quello elencato prima potete solo immaginare le spese che sono state affrontate per la ristrutturazione e il completamento dei lavori, con il minimo indispensabile di arredamento necessario per viverci. Quando siamo entrati avevamo la cucina con la parte di penisola e gli sgabelli per mangiare, in camera c'era giusto il letto. La cabina armadio era l'unico ambiente completo! Per il resto la casa era vuota, dovevate sentire l'eco...eco...co... co... Comunque sto divagando, nei post che vi ho linkato ho già spiegato come sono arrivata alla decisione di usare la resina per i bagni, nello specifico nella seconda parte del makeover mi ero fermata a spiegarvi nel dettaglio le varie prove che avevo fatto con la resina all'acqua bicomponente MAKE.
Ora, tenete presente che questi lavori li ho fatti a settimane e mesi di distanza l'uno dall'altro perché vivevo a 300 chilometri di distanza e questo ha influito su alcuni tempi e modi di realizzazione. 
Eravamo rimasti alle prove di resina su una porzione di bagno e ora posso mostrarvi il bagno "finito", metto le virgolette perché ci sono delle cose da migliorare.
Questo era l'angolo delle prove, ecco com'è venuto una volta finito il pavimento e aggiunta la striscia di mosaico a rifinire la parete.

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Bella l'inquadratura dei sanitari, eh? Ehm. 

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La zona dell'ingresso e del lavandino, con il mobile in mdf su misura e rivestito a mosaico.

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La colla per piastrelle su mdf/legno/multistrato è un bicomponente appiccicosissimo. Credo che se avessi cercato meglio avrei trovato delle confezioni più piccole di altre marche, ma il negoziante da cui ho preso il mosaico mi ha dato questa. Per un portalavabo. Va beh, che mi serve anche per l'altro bagno ma è decisamente troppa...

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Questo è il mosaico che ho usato. Sì, fa male agli occhi a guardarlo ma solo su schermo, dal vivo non è così problematico!

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La doccia è un po' complicata da mostrarvi perché non ho abbastanza spazio in bagno per fare una foto fatta bene e farvela vedere all'interno e per intero, in più dell'originale ho trovato solo queste foto sul blog e non sono gran cosa. 

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Work in progress della parete mosaicata, qui ho usato la colla per piastrelle-su-piastrelle; in realtà è stata questa la mia prova di mosaico ed è stato meno difficile di quello che pensavo, anche se ho fatto degli errori in corso d'opera da cui poi ho imparato. 

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L'interno della doccia adesso.

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Vi dico una cosa sulla resina: se data correttamente è resistente e si pulisce facilmente. Se invece non date il fondo per piastrelle ecco cosa succede.

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La mia intenzione iniziale era lasciare il piatto doccia bianco, così lo avevo coperto con diversi strati di carta e nastro adesivo che però si è strappata proprio mentre rovesciavo accidentalmente della resina, e me ne sono accorta solo quando era troppo tardi e si era seccata. Così ho provato comunque a coprire le macchie alla seconda mano di resina. No, non attacca. Dopo un anno di docce si è gonfiato e ora si sfoglia. Quindi se non usate il fondo per piastrelle questo è il risultato.
Per il resto, in qualunque altro punto del bagno, la resina è resistentissima. 

Altre considerazioni: questo lavoro risale a due anni fa e la gamma dei prodotti della linea era molto più limitato rispetto a quella che si può trovare attualmente nei negozi (e che quindi non ho provato), ho visto che ci sono nuove soluzioni per stuccare e livellare che avrebbero potuto fare meglio di quello che ho usato io (ne parlo nel punto successivo).

Stucco: io volevo livellare le fughe in tutto il bagno e dare lo "spatolato materico", ma costava troppo per le nostre tasche di quel momento. Così abbiamo fatto solo qualche prova con lo stucco della linea MAKE che c'era allora, un bicomponente sintetico, volevamo pareggiare le fughe e usare come resina la meno costosa "strato sottile" ma ne siamo rimasti delusi, lo stucco rendeva poco sulle nostre piastrelle così lo abbiamo usato solo sul pavimento. Ne avevamo già comprato tre barattoli e nonostante il pavimento fosse di soli 10 metri quadrati non sono bastati. Certo, le fughe di questo pavimento non sono sottili, ma erano comunque tre costosi barattoli. Abbiamo resinato comunque e, per coprire le magagne, mesi dopo abbiamo acquistato un solo barattolo di spatolato materico (resa di 10 metri quadri a barattolo) che non le ha coperte tutte lo stesso perché sono stata troppo lenta nella lavorazione, il prodotto mi si induriva mentre lo stendevo alla fine!
Queste cose, questi problemi, li ho avuti perché ho voluto sperimentare e usare un prodotto nuovo e che non conoscevo per niente. Credo che adesso non farei certi errori, e se ho potuto fare queste prove e questi errori è stato perché abbiamo deciso che quel bagno era sacrificabile e recuperabile più avanti (per dirne una, vorremmo che il box doccia fosse in vetro, così com'è rende il bagno molto buio nella zona del lavandino e mi costringe ad accendere la luce dello specchio anche di giorno).

Suggerimenti per l'uso: cercate uno stucco o un rasante alternativo a quello che ho usato io, se leggete i commenti alla seconda parte del makeover troverete dei suggerimenti (non ancora sperimentati); mescolate un barattolo alla volta, o mezzo barattolo alla volta specie se dovete lavorare di precisione attorno ad angoli o sanitari, e se qualcuno lo facesse al posto vostro mentre lavorate sarebbe perfetto (ogni barattolo di resina bicomponente, una volta miscelati assieme i due componenti, deve attendere 20 minuti prima di essere utilizzato).
Se vi dovesse capitare di dover ripassare della resina su della resina a distanza di mesi, basta grattare con una levigatrice orbitale e carta vetrata media, spolverare, sgrassare e asciugare, e la resina nuova aggrapperá benissimo: pavimento docet.

Rifarei la resina? Assolutamente sì, e ho intenzione di rifare così anche il secondo bagno.
Rifarei le stesse cose? No, la resina a strato sottile comunque non è quello che volevo, continuo a bramare lo spatolato e l'effetto marmorizzato. Inutile tentare di riprodurlo con lo strato sottile, mi ero illusa ma è solo un ripiego (che si pulisce benissimo!).
Stucco? Meglio cercarne un'altro.
Soddisfatta? Al 70% per l'estetica, al 100% per la praticità e resistenza (non guardate il piatto doccia, sono io ad aver sbagliato).
Credo che questo sia tutto, ho scritto molto ma mi sembrava doveroso aggiornare lo stato dei lavori del bagno e della resina. Ho fatto errori, ho imparato, non tutti sono disposti a sperimentare e lo capisco. Non credo proprio di aver buttato dei soldi, è molto facile da tenere pulito e il pavimento si lava in un baleno.

Userò lo stesso prodotto per il secondo bagno? Solo i Leroy Merlin vendono i prodotti MAKE e indovinate quanti ce ne sono nelle Marche? Zero e quelli più vicini stanno a più di due ore di macchina. Invece a pochi chilometri da qui si trova un rivenditore di un'altra marca, la Innovamix di Rapidmix, e sono tentata. Sembra più professionale ma più complicato, e sembra insensato sperimentare di nuovo e mandare all'aria quello che ho imparato di un prodotto. Vi farò sapere.
Per oggi credo sia tutto, la prossima settimana l'argomento sarà... fai da te? Uncinetto? Video? Lo schema finale con le specifiche della baby blanket Piume? Ah boh.
Forse nulla, perché sarà già agosto!
A presto? A presto!

N.B.
Se leggendo questo post non aveste capito di che prodotti stessi parlando, andatevi a leggere la seconda parte del makeover che vi ho linkato all'inizio, molto più esauriente di qualunque breve spiegazione che potrei darvi ora.

Fine estate/Buoni propositi per il futuro e recuperi(Video tutorial/Bordo baby blanket)

Come lo inizio un post che dovrebbe concludere il ciclo "resuscitiamo il blog" e contemporaneamente iniziare la fase "facciamo crescere e mettiamo in ordine il blog"? Durante le vacanze avevo immaginato che avrei tracciato, anche solo abbozzato, un minimo di programma per mettere in ordine i progetti che non vi ho ancora fatto vedere e programmare i nuovi, ma le vacanze sono buchi neri in cui il tempo scorre in modo anomalo, più  o meno è sempre lo stesso giorno della settimana e più o meno è sempre ora di mangiare, a casa di mia madre perlomeno.
Per la prima volta in vita mia ho trascorso una settimana intera al mare, in tutti gli anni passati se andavo al mare un giorno all'anno era un miracolo! Ho scoperto che il mare stanca moltissimo, specie se insegui tua figlia di 10 mesi che gattona per tutta la spiaggia tutto il giorno.
Io e il fidanzato abbiamo camminato almeno una settantina di chilometri portando a passeggio la pupattola per tutti i lidi ferraresi perché era il solo modo di tenerla buona e farla addormentare (e per schiudere uova di Pokemon... ), non sono calata di mezzo chilo e, considerando che mia madre rimpinza la gente finché non la vede rotolare via da tavola, il fatto di non avere nemmeno preso mezzo chilo lo vedo già un successo.
Mi sono portata dietro lo scialle all'uncinetto ma riuscivo a lavorarlo solo la sera e per pochissimo, poi mi ci addormentavo sopra. A proposito, non avevo ancora messo qui sul blog l'ultimo video della babyblanket, quello con la spiegazione del bordo! Imperdonabile, l'avevo postato solo su Facebook all'inizio del mese! Eccolo: 


Quindi ricapitolando: 
è l'ultimo giorno di agosto e da domani si riprende con tutte le attività del blog e social vari a pieno regime, o almeno ci provo. 
Non ho pianificato nulla per l'autunno e navigherò a vista come al solito. 
Il blog sarà schizofrenico come sempre. 
Andiamo bene...

E ora vorrei spendere qualche parola per quello che è successo in centro Italia. 
Forse non tutti se lo ricordano e la maggior parte non lo sa, io sono una terremotata (estremamente fortunata) dell'Emilia del 2012. E non ho parole per esprimere quello che ho provato quando ho saputo dell'ennesimo e ben più devastante evento sismico avvenuto. In realtà non ho altro da dire perché ogni cosa che mi viene in mente suonerebbe retorica, ovvia e banale. So come mi sono sentita io ed è comunque nulla in confronto a come si sentono gli abitanti di Amatrice e tutte le zone colpite. Spero solo in un futuro migliore. 

Quindi per ora è tutto. 
A presto!

T.G.House/Mensole a scomparsa/Legno di recupero

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Il post del mercoledì arriva con un giorno di anticipo, nel tentativo folle e ambizioso (per me) di raddoppiare l'appuntamento settimanale: martedì e venerdì. Eccoci quindi con il primo post di settembre dove vi presento un piccolo upgrade (aggiornamento) della cucina (che non vi ho mostrato ancora per bene, scusate, se non velocemente in questo post del tour della casa).
Anche se l'appartamento era grezzo con i soli massetti e pareti, le finestre non potevano essere spostate e così in cucina mi sono ritrovata con uno spazio vuoto dai pensili per poter consentire l'apertura totale della finestra. Non sapevo bene cosa metterci, poi la soluzione è stata piuttosto semplice e banale, ma d'effetto: mensole!

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Le foto sono più buie di quello che è in realtà. Comunque.
Avevo del legno di scarto, tarlato. L'ho tagliato e levigato della misura ridotta che mi serviva, giusto per continuare a consentire l'apertura della finestra. Dopodiché ho dato a pennello una dose generosa di antitarlo e chiuso tutto in un sacchetto sigillato per 4 giorni.

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    Trascorso il tempo necessario sotto antitarlo, ho steso due mani di vernice trasparente all'acqua, in modo da far risaltare il colore naturale del legno.

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    Cosa serve per fissare a scomparsa le mensole a muro? Intanto la ferramenta giusta, qui ho preso delle mensole a scomparsa della Fischer appropriate alla dimensione e al peso delle mensoline che ho tagliato. Sulla confezione c'erano anche le specifiche per la dimensione delle punte per i fori a parete e su legno, nel mio caso a muro mi serviva una punta da 9 e sul legno una punta da 8. Per fortuna avevo già entrambe e ovviamente avevo anche il trapano. 

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    Di solito le mensole a scomparsa le vendono già forate, ma se le fate su misura da voi dovrete fare il foro. Quindi c'è una doppia difficoltà, forare il legno e il muro andando dritti il più possibile. Ci sono delle mensole a scomparsa (intesa come ferramenta) che sono progettate storte per poter essere rigirate su se stesse per poter correggere eventuali, inevitabili, inclinazioni poco felici ma per queste dimensioni io non le ho trovate. Quindi l'unica cosa che potevo fare, in mancanza di trapano a colonna, era usare il mio trapano con tutti gli accorgimenti possibili. Mi sono assicurata che la livella appoggiata come in foto fosse parallela alla punta, altrimenti il trucchetto avrebbe portato a un disastro, e ho controllato di essere ad angolo retto. Con la mensola fissata al piano in modo che non si muovesse, ho insomma controllato di avere la posizione perfetta con tutti gli strumenti possibili. L'importante è partire bene, dopo nemmeno un paio di centimetri già tutta la strumentazione improvvisata non serve più, la punta da legno artiglia il legno e lo scava con facilità poichè è una specie di tridente molto appuntito; infatti è l'unico tipo di punta da trapano con cui potreste pungervi.

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    Non ci credevo nemmeno io ma alla fine, dopo il secondo tentativo di cui si vedono le tracce in foto, sono risultati tutti perfetti! 
    Discorso un po' diverso per la punta da muro, che mi trova ancora un po' in difficoltà. La punta da muro tende a slittare appena la appoggiate, quindi potrebbe essere utile fare un forellino di cortesia con un punteruolo o un chiodo e un martello. Detto questo, dando per scontato che sappiate di avere la parete libera da cavi elettrici e tubi dell'acqua, voi non sapete cosa state forando: potreste avere mattoni pieni, mattoni forati, la malta tra i mattoni oppure una colonna portante nascosta (difficile ma non impossibile). Se avete un trapano che ha anche la funzione martellatore non ci sono problemi, si parte con la funzione normale e se proprio non si va avanti anche spingendo con forza, allora si passa al martellatore. Devo ancora migliorare la tecnica a muro, ma non me la sono cavata male.
    Le mensole a scomparsa vanno inserite nei fori e girate fino a quando non si bloccano saldamente.

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    Pronta per montarle! Io per maggior sicurezza ho utilizzato anche un filo di silicone per ambienti umidi sul bordo della mensola che aderisce alla parete.

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    Mensole montate! Riempiono lo spazio anche così da sole...

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    ...ma con qualcosa sopra è meglio! Qui ho preso un po' di cose a caso per fare la foto ma cosa ospiteranno? Oggetti decorativi, piantine aromatiche o succulente, sicuramente polvere. Adoro così tanto fare le pulizie che continuo ad ampliare le superfici da pulire (non è vero per niente)!

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    Ecco fatto, semplice-semplice e indolore. La T.G.House è piena di angoli e zone di questo tipo, piccoli spazi rimasti dopo i grandi lavori e che scoprono solo ora la loro funzione e abbiamo fin troppe idee e progetti su come utilizzarli. 
    Per oggi è tutto, ci vediamo venerdì (voglio crederci)!

    Trova&prova da Pinterest/Ghirlanda luminosa di fiori di carta


    Il primo post del venerdì e secondo della settimana! 
    Inauguro per l'occasione la rubrica "Trova&prova da Pinterest" dove tramuterò in realtà il sogno di ogni brava pinner che si rispetti: realizzare almeno uno dei 10.000 tutorial che si stipano nelle varie bacheche con la convinzione che "prima o poi lo faccio" e poi restano a macerare.

    Tempo fa avevo trovato un pin molto che mi era piaciuto molto, per il quale avevo già il materiale e che sembrava fattibile in tempi brevissimi. Sono riuscita a risalire alla fonte originale sul sito Ohhappyday, se cliccate sull'immagine sotto andrete direttamente al post dove troverete il tutorial:


    Come mai mi sono dedicata alla decorazione? Innanzitutto anche io passo le serate a salvare compulsivamente pin con l'idea di realizzarli e poi non lo faccio, nemmeno i piú semplici. Da un po' di tempo mi frullava il pensiero di farci una rubrica (per poter prendere i classici due piccioni con una fava) e così è nata "trova&prova", nome che dimostra come avrei bisogna di un copywriter; tutto ciò è accaduto in concomitanza dell'organizzazione di un evento importante che accadrà tra qualche settimana e, poiché il tempo scarseggia e la pupattola me ne lascia ancora meno, mi porto avanti già da ora. Che evento? Lo scoprirete tra qualche tempo! 
    Ma proseguiamo con il post.

    Come potete vedere, si tratta di una catena luminosa natalizia e di fiori di carta che fanno da "paralume" alle lucine al led. I fiori di carta sono realizzati con i bicchierini per i muffin, nel post originale sono di due dimensione e multicolori, io avevo solo una dimensione disponibile e li ho fatti tutti bianchi. 
    Vi serviranno:
    • 1 catena luminosa
    • 1 confezione di bicchierini di carta per muffin o cupcake
    • Forbici e/o taglierino
    • Colla stick 


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    Vediamo il procedimento. 
    1) Ogni bicchierino per muffin va piegato a metà tre volte. 2) Per ogni fiore servono due bicchierini. 3) Vanno tagliati in due misure come in foto, per il fiore più  grande basta spuntare gli angoli. 
    4) Aprite i fiori. 5) Con la lama delle forbici arricciate leggermente i bordi dei petali, come quando fate i riccioli ai nastri dei pacchi regalo, ma dando solo un effetto mosso. 6) Incollate il fiore piccolo dentro quello grande, facendolo ruotare in modo che i petali non si sovrappongano. 

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    Aspettate che si asciughi e piegate il centro a metà e fate un piccolissimo taglietto con le forbici, poi aprite e piegate lungo il taglio e fate un altro taglietto con le forbici (insomma fate un taglio a croce al centro del fiore, potete anche usare un taglierino).
    Aprite e inserite la lucina della catena. Increspate un po' il fiore all'attaccatura con la lucina e modellatelo.

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    La composizione così è delicata, vi consiglio di attaccare la catena luminosa vuota nella sua posizione definitiva e poi applicare i fiori. Oppure potreste trovare il modo di fissarlo con del filo o del nastro tipo washi tape, sconsiglio vivamente la colla.
    Ed ecco l'effetto finale, una lucina sì e una no. Sto valutando se riempirlo completamente, del resto la confezione di carta da muffin è da 200 (=100 fiori) e ne ho fatti circa una quarantina e sui lati cadenti ne ho messi meno per un effetto digradante. Anche così mi piace molto, ma vedremo.


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    Ed ecco l'effetto quando è sera e le luci di casa sono spente. Ho appeso la catena sopra il fasciatoio della pupattola, così che si distragga giusto il tempo per cambiarla.  



    Avete replicato anche voi dei tutorial presi da Pinterest? Questo per me non è il primo ma è il primo che riesco a terminare.
    Per questa settimana è tutto, ho avuto dei cambi di programma per il fine settimana e alcuni impegni improvvisi ma farò il possibile per esserci martedì con un nuovo, imprevedibile (nel senso che nemmeno io so che argomento sarà), post.
    A presto!

    T.G.House/Tenda a pannello per nascondere una nicchia

    Ciao a tutti! Come state? Oggi vi parlo di un'altra zona della T.G.House che abbiamo messo in ordine qualche settimana fa, al ritorno dalle vacanze.
    Intanto chiedo scusa per le foto, la qualità non è il massimo, la zona è difficile da fotografare sia come posizione sia come illuminazione. Quella che vi mostro è una nicchia che si trova nella zona notte, davanti alla camera padronale, in cui si trova la centralina dell'acqua. Questa caratteristica ha condizionato molto l'uso di questo spazio, poichè la parte bassa doveva essere sempre raggiungibile, così mobiletti bassi sono sempre stati fuori discussione.

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    Avevamo pensato a un armadio su misura senza fondo o con il fondo rimovibile, che arrivasse fino al soffitto ma non avevamo ancora capito cosa farci così abbiamo aspettato a prendere decisioni costose. Poi abbiamo capito che ci serviva un posto al centro della casa facilmente raggiungibile in cui mettere scopa e palette, piumini e raccogli polvere e mensole per sistemare scatole e altre cose sparse per casa. E per nascondere tutto? Qualcosa di semplice e che non fosse complicato da montare, dovendo tenere presente la parete con i tubi passanti dell'appartamento di sopra e il fatto di avere una colonna portante difficile da forare. Una tenda! Ma che tenda? Mi serviva larga 60 cm e lunga circa 270 cm. Le normali tende si attengono solo a una delle due misure, se sono giuste di lunghezza sono anche molto larghe, viceversa se sono giuste di larghezza sono anche molto corte. Farle su misura sarebbe stata la soluzione giusta, se non fosse che volevamo una soluzione già pronta per poter completare la nicchia in un colpo solo (sto diventando pigra) e non ho una macchina da cucire.

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    La soluzione l'abbiamo trovata all'Ikea, con le tende a pannello e tutto il sistema di scorrimento a soffitto. Quello che abbiamo comprato per la tenda:

    • 1 tenda a pannelli Lappljung
    • 1 binario singolo per tende Vidga
    • 1 supporto a soffitto Vidga
    • 1 supporto per la tenda a pannella Vidga
    Due fori a soffitto sono tutto quello che serve per montare il binario. Semplicissimo. La tenda è di carta e tagliarla a misura è stato molto facile, bastava seguire la trama per andare dritto.

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    Quello che magari potrebbe non piacere è il fatto che il binario fuoriesce dalla nicchia di parecchio, per una settimana non ho fatto altro che guardare in alto e lo notavo in continuazione, poi l'ho totalmente dimenticato. 

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    Volevamo tenerci bassi con il budget per questo angolino e così abbiamo cercato le mensole più vicine alle misure che avevamo, e fortuna ha voluto che le più economiche dell'Ikea fossero perfette: tre ripiani Ekby laiva a solo 1,79 euro l'uno. Come staffe per le mensole abbiamo preso sei Ekby valter, 2 euro ognuna. Qui forare il muro ha richiesto calcoli precisi e una buona dose di fiducia nei calcoli fatti per non forare i tubi dell'acqua dell'appartamento di sopra. 

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    Infine questi ganci non sono Ikea, li abbiamo presi in un Obi ma ho totalmente dimenticato il prezzo. Perfetti per appendere scope&co.  

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    Per oggi è tutto e per quanto riguarda l'argomento ordine&scaffalature credo che sia tutto per un po'. In realtà questa zona del corridoio ha in programma altri ulteriori makeover, ma non a breve. Nei prossimi post voglio dedicarmi all'uncinetto e alla decorazione, ho dei DIY che mi aspettano da tanto e altre cose. Intanto su Facebook ogni tanto spunta qualche indizio sulle varie cose che ho in ballo, non vedo l'ora di farvi vedere le cose complete.
    A venerdì! 

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    Trova&prova da Pinterest/Riutilizzare i centrini della nonna/Runner per la tavola

    Ciao a tutti! Lo scorso week end sono stata alla Casa Madre e mi sono portata via le scatole piene di centrini di mia nonna che mia madre conservava da decenni (ne sapete qualcosa se seguite la mia pagina facebook). Su Pinterest sono spesso incappata in lavori realizzati riutilizzando centrini, spesso irrigiditi per farne contenitori o paralumi per lampadari. Uno dei riutilizzi che mi era piaciuto di più era lasciare al centrino la sua natura di centrino ma accostando pezzi diversi per disegno, colore e dimensione in una specie di mosaico fluido e organico, che rende il tutto qualcosa di più vicino a un'installazione artistica piuttosto che un semplice elemento decorativo fuori moda. 

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    Mi serviva un runner per la tavola che fosse bianco o color sabbia, dai colori tenui e neutri e spulciando su Pinterest mi sono finiti sotto gli occhi diversi runner realizzati con i centrini, e stavano bene sia in ambienti shabby (matrimonio scontato) che in ambienti contemporanei (meno scontato). Mi sono portata a casa tutte le scatole che aveva mia madre e, anche dopo aver realizzato il runner, ho ancora abbastanza centrini da utilizzare per altre cose.

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    Come si fa? Non è difficile, non occorre usare l'uncinetto, io infatti ho usato ago e filo. Non avete centrini della nonna? Non scoraggiatevi, è abbastanza facile trovarli usati, persino io che abito in provincia trovo sempre un banchetto con pizzi e merletti anche nei peggiori mercatini dell'usato.

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    Come prima cosa ho disposto i centrini fino a formare il disegno desiderato, disponendo prima i piú grandi per dare il movimento, poi i più piccoli a riempire dei vuoti o a enfatizzare una curva. Non ho usato un colore solo ma tre tonalità neutre, bianco, ecru e beige. Una volta trovato il disegno soddisfacente ho iniziato a cucire.

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    Con ago e filo bianco da cucito ho iniziato ad unire i pezzi l'uno all'altro usando il 'punto invisibile': con i margini vicini, con l'ago sono entrata nel margine del primo centrino da sotto o retro, poi sono entrata nel margine del secondo centrino sempre da sotto o retro (prime due foto del collage sopra) e ho continuato a zig zag andando dal primo centrino al secondo. Nella foto terza foto del collage qua sopra ho lasciato molle la cucitura per farvi capire, ma in realtà tiravo il filo normalmente come nell'ultima foto.

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    Centro dopo centro ho portato a termine il lavoro, è un lavoro più veloce di quanto non ci si aspetti. Tenete presente che i margini a volte si toccavano solo in qualche punta e quindi un paio di punti di cucito ed era fatta, altre riuscivano ad incastrarsi come in una ruota dentata e lì la cucitura risultava più lunga, ma assicuro che persino io che nel cucito sono una principiante sono riuscita a finirlo in pochi giorni nei ritagli di tempo e tra mille interruzioni (azzardo a quantificare che in condizioni ideali ci avrei messo un pomeriggio).
    In ogni caso, punto dopo punto, centrino dopo centrino, ecco completato il mio runner diagonale! È una scelta un po' strana, infatti lo avevo progettato 'dritto', ma man mano che lavoravo e aggiustavo le cose, me lo sono ritrovato in diagonale e mi piaceva molto di più. Che ne pensate?

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    Anche questo lavoro fa parte di un evento che vi svelerò prossimamente, nel frattempo vi saluto e vi do appuntamento alla prossima settimana (o su facebook!).
    A presto!

    T.G.House/Progetti per l'autunno/Work in Progress

    Ciao a tutti! In questi giorni alla T.G.House si delinea la lista dei progetti per l'autunno o perlomeno quelli che nelle nostre utopistico speranze sono i lavori diy più importanti che dovremmo fare. Nei nostri programmi ci sarebbe anche il rifacimento del secondo bagno, ma qui oggi vi illustro quei lavori dal budget più contenuto e meno impegnativi che aspettano da un po' e che vorremmo fare in autunno, ora che non è ne troppo caldo ne troppo freddo.
    Intanto qua sotto vedete la zona di cui mi sto occupando in questi giorni, qualche immagine dei lavori in corso l'avete vista e/o la vedrete su Facebook. La zona giorno in tutto il suo caotico splendore, al momento della foto era incredibilmente ordinato sapete? Comunque questa è la zona del televisore con il suo mobile dell'Ikea, uno dei primi mobili per il soggiorno che abbiamo preso e in realtà, dopo la cucina e il letto e le librerie, il primo mobile comprato per la casa dopo che ci siamo trasferiti (il fatto che sia venuto parecchio dopo le librerie spiega molto di noi). Dopo averci convissuto due anni abbiamo deciso come finire la parete dietro (pensavate lo cambiassimo? Ma no, ci piace!).



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    Un altro progetto che aspetta da due anni si trova nella camera padronale, è una libreria in muratura realizzata per mimetizzare le tubature che fuoriescono dal muro, l'unico modo possibile trovato dall'idraulico per aggirare una delle colonne portanti. Per poterci mettere libri o altro è da rifinire con attenzione (si sente tutto il ruvido dell'intonaco), lisciare accuratamente e tinteggiare. L'avevo tralasciata durante l'imbiancatura di tutta la casa perché al tempo avevo le settimane contate e, anche escludendo due stanze e un bagno, quasi 100 metri quadrati di appartamento da fare! Ho perso una taglia all'epoca e, con i 16 chili della gravidanza che non riesco a buttare giù, non è che avete un appartamento da tinteggiare?



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    Leggenda narra che quando arrivarono le piastrelle dei pavimenti io andai in visibilio alla vista dei pallet su cui erano caricate. Migliaia di euro di gres porcellanato e io ero in estati all'idea di come avrei potuto riutilizzare quei pallet. Sigh. Per ora di tutte le idee se ne è concretizzata solo una, il tavolino, ma vorrei riuscire a riutilizzarne alcuni in bagno come scaffali portaoggetti (il piano del lavabo per quanto sia grande si sta riempiendo!). Ovviamente ho la bacheca di pinterest piena di idee da cui trarre ispirazione.



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    Cos'altro c'è? Un sacco di cose più piccole messe da parte che devono essere pulite/aggiustate/riverniciate, non sono nemmeno tutte nel collage. Alcuni progetti li ho già fatti e aspettano solo di vedere la luce in un post (sono pigra), altri devono essere completati, altri ancora devono essere iniziati. Io un po' alla volta ci provo a fare tutto.



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    Per finire, non mi sono dimenticata della parte lanosa, sferruzzante e uncinettosa del blog. Sto per riprendere la coperta arcobaleno (fa ancora dannatamente caldo) dopo di che ho altri progetti per la casa che mi piacerebbe fare. Intanto accumulo rocche e gomitoli in saldo perché "Ehi, è un'occasione, non vorrai mica lasciarla lì! Tanto qualcosa da farci lo trovo, vai tra' ('nquillo)!". Ecco, è così che mi ritroverete: sepolta viva soffocata da chili di filato. Almeno fosse zucchero...

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    E poi ho questo scialle, iniziato a luglio, proseguito un po' durante le vacanze di agosto. Chissà se riuscirò a terminarlo prima dell'inverno?

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    E quindi, cosa farò prossimamente? Probabilmente andrò in ordine con la lista ma non è escluso che salti fuori qualcosa di nuovo, del resto il progetto in corso or ora è un'idea che sì, ci pensavamo da tanto, ma abbiamo deciso solo da poco di concretizzarla. Perché siamo pazzi e venerdì vi mostreremo perché, se tutto va bene.A presto!

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